Bologna delle acque

Bologna nasconde un complesso reticolo di circa 60 km di vie d’acqua, soltanto in parte visibile. Fin dal XII secolo la città si dota di un sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e condutture sotterranee che distribuivano l’acqua, utilizzata prevalentemente come fonte di energia per le attività produttive.

L’acqua sin dal Medioevo è stata per Bologna fonte di ricchezza e sviluppo economico. Nel XIII secolo Bologna era la quinta città europea per popolazione e il maggior centro tessile d’Italia. L’acqua ha significato per secoli l’energia essenziale per alimentare le attività manifatturiere e commerciali e in particolare i mulini da seta, oggi ricostruiti al Museo del Patrimonio Industriale. Non è quindi un caso che simbolo della Bologna moderna sia proprio la fontana del Nettuno.

Del fitto sistema idrico oggi rimangono tracce nella toponomastica. I canali sono stati quasi tutti interrati. È possibile tuttavia rendersi conto di quanto l’acqua fosse un elemento diffuso in tutta la città intraprendendo una piacevole camminata che tocca i luoghi più significativi del “sistema acque cittadino”.

Il percorso parte da Piazza Maggiore, passando dalla Fontana del Nettuno, si attraversa via Rizzoli percorrendola in tutta la sua lunghezza fino all’angolo di Piazza della Mercanzia dove si trova il Palazzo della Mercanzia, e da qui imboccando via Zamboni.

Si prosegue su via Zamboni e poi si gira a sinistra su via del Carro, si oltrepassa il Voltone con mascherone che segna l’accesso al vecchio Ghetto ebraico sotto il quale scorre l’Aposa. Si svolta a destra in via dell’Inferno, si raggiunge la Piazzetta Marco Biagi per uscire dal Ghetto e arrivare in Piazza San Martino.

Proseguendo sotto al portico a destra si trova l’ingresso della Chiesa di San Martino, detta in Aposa. Uscendo, si prende a sinistra via Marsala e si volta in via Mentana per arrivare in via delle Moline, zona dei canali dell’antica città.

All’incrocio con via Capo di Lucca si può sentire il rombo del Salto del Canale delle Moline, la cui energia veniva utilizzata per muovere le macine da grano. Da qui si torna in via delle Moline e all’imbocco con via Oberdan. Prendendo a destra via Bertiera, si volta a destra in via Piella passando sotto Porta Govese o Torresotto dei Piella e si giunge alla finestrella sul Canale delle Moline e al ponte sul canale, entrambi con affaccio.

Si prosegue su via Piella voltando a sinistra in via Righi e si attraversa via Indipendenza, si percorre via Falegnami fino alla Piazza della Pioggia. Qui si incontra la Chiesa Santa Maria della Pioggia.

Procedendo su via Riva di Reno, si volta a destra in via Polese che si percorre tutta per prendere a sinistra via del Porto. Si attraversa via Marconi e Piazza dei Martiri fino a raggiungere via Don Minzoni dove si trova la Salara, oggi Manifattura delle Arti. Tornando indietro si entra a destra in via Fratelli Rosselli, si attraversa via del Porto ripassando sul Cavaticcio, via Azzogardino e il Parco dell’ex Manifattura Tabacchi giungendo in via Riva di Reno.

Tenendo la destra, si incontra la Chiesa Santa Maria della Visitazione al Ponte delle Lame, un tempo circondata dal Canale di Reno. Proseguendo lungo via Riva di Reno si incrocia la Chiesa Santa Maria della Carità. Si attraversa via San Felice, si percorre via della Grada fino alla sede dei Consorzi dei Canali di Reno e Savena in Bologna. Qui si trova la Chiesa Santa Maria e San Valentino della Grada.

Il percorso prosegue da via della Grada lungo la pista ciclabile di via Sabotino, in via Valdossola fino alla Chiusa di Casalecchio di Reno.

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