Qualche settimana fa scrivevo del dono, come espressione del proprio verso l’altro.
Non come semplice gesto di generosità, ma come espressione di se stessi.
Ora, per fortuna, anche quest’anno torna il Natale torna il periodo più concreto dell’anno; con i suoi regali, contraddizioni, inutilità, ansie da organizzazione.
Come ogni anno voglio invitarti a vivere quest’occasione per fermarti a pensare per davvero agli altri.
Cosa tu puoi creare per loro.
Non è detto che il regalo debba essere qualcosa di acquistato, di preconfezionato, ma può essere qualcosa create da te per gli altri. Qualcosa di unico.
In quest’epoca di “macchine” abbiamo perso il messo con il fine.
La macchina ha la missione di liberare l’uomo dalla fatica ed in parte c’è riuscita. Qui potrebbe aprire la parentesi sulla liberazione dal lavoro, ma lascio perdere.
Rifletto.
Mi fermo e ricordo quando una sera andai a passeggiare con un’amica lungo via del Genio. Betty quella sera indossava le cuffie perchè voleva isolarsi, voleva rilassarsi.
Le chiesi cosa stava ascoltando e lei mi rispose:
“i suoni della natura”.
Stavo per dire che bastava spegnere l’MP3 per ascoltare la natura, tutta, intera.
Con uccelli, gatti, cani che abbaiano al cancello, auto che passano.
Mi interruppi perchè intuivo che lei voleva ascoltare solo una parte della natura. Non tutto, ma solo quella isolata che non le ricordava che le gambe servono in primis per camminare, non per indossare decoltè con tacco.
In primis le mani possono essere l’espressione di un pensiero creativo?
La creatività è la prima espressione di libertà se ci pensi quindi io rispondo di si.
